Il luogo piu' importante della Mantova medioevale e rinascimentale e' eccentrico rispetto all'immagine topografica della citta':
appena al di la' del ponte che congiunge il borgo di San Giorgio al castello omonimo, offrendo una magnifica veduta dei laghi e dei
monumenti ducali, si apre la grande distesa di Piazza Sordello, intitolata al trovatore di Goito tanto
amato da Dante. La spianata e' irregolare e sassosa, e rappresenta certo uno spettacolo unico tra le numerosissime piazze italiane.
Si tratta del punto piu' elevato dell'intero territorio; per questo, i governanti lo scelsero a piu' riprese per ospitare i propri palazzi e
le fortificazioni annesse (non nell'antichita', tuttavia; l'abitato romano era a poca distanza dall'attuale Sant'Andrea e, per quanto
riguarda le epoche piu' lontane, non esistono certezze). Cosi', i tre laghi cingevano una piazzaforte quasi imprendibile.
Oggi, ai confini di questo spazio rettangolare risaltano due edifici: il Palazzo Ducale, o per dir meglio la facciata del Palazzo del Capitano e della Magna Domus, e il Duomo, rifatto piu' volte nel corso dei secoli. Ma altre costruzioni meritano uno sguardo non distratto: i muri di pietra ritmano la storia della popolazione, segnando le tappe successive della conquista del potere e della sua perdita. Come ben si vede osservando il quadro del Morone, infatti, la piazza fu teatro non di un torneo, ma di un combattimento selvaggio tra opposte fazioni, che gia' vi abitavano o che desideravano impadronirsi di quel grande cortile.
Nella cosiddetta cappella Bonacolsi, ai piedi della torre della Gabbia, sono stati rinvenuti notevoli affreschi di derivazione giottesca. Ancora piu' curioso l'apparato decorativo di una torretta inglobata nel palazzo Castiglioni: un enorme albero ospita volatili di vario tipo, che vengono cacciati da minuscoli uomini, forse pigmei. E' un ulteriore esempio della larga diffusione di motivi vegetali lungo tutto l'arco dell'arte mantovana. Infine, i recenti lavori di ristrutturazione di palazzo degli Uberti hanno permesso di riscoprire affreschi appartenenti alla prima eta' gonzaghesca. Strane risultano specialmente alcune pareti, ricoperte da un albero verde e ramificato, da cui escono in abbondanza guizzanti fiammelle rosse.