Una mescolanza di stili


Il Duomo di Mantova, ovvero la Cattedrale di San Pietro, ha una storia antichissima: alcune cronache fanno risalire la sua fondazione al 313 dopo Cristo. E' certo, comunque, che in epoca medioevale esistevano due chiese, collegate tra loro e forse gemelle; si tratta di appunto di San Pietro e della piu' piccola San Paolo, demolita nel 1958 durante una campagna di lavori svolta all'interno dell'attuale Seminario. Questa operazione sconsiderata ha cancellato un monumento di enorme valore. La costruzione romanica nascondeva inoltre reperti precedenti; al termine della navata esisteva (ed e' ancora in parte visibile) un edificio a pianta ottagonale (probabilmente del quinto secolo) che puo' essere interpretato come un battistero, oppure come un luogo di culto autonomo (forse Santa Speciosa). Nei pressi venne scoperto un mosaico pavimentale a onda marina databile al quattocento dopo Cristo. Nella zona si trovava anche un cimitero cristiano, ad ulteriore conferma del fatto che qui era il nucleo originario della citta' post-romana; ricordiamo che la diocesi venne istituita in epoca carolingia. Abbiamo dunque quattro fasi diverse nello sviluppo dell'area. Innanzitutto, il sorgere di alcune chiese e di un cimitero, in eta' remota (quinto-ottavo secolo). Poi, una sistemazione complessiva nel periodo romanico, con la ricostruzione di San Paolo e il primo rifacimento del Duomo. Quindi, alla fine del quattordicesimo secolo, l'intervento dei fratelli Dalle Masegne, che ridisegnano la facciata e il fianco destro della Cattedrale in stile gotico. Infine, il ripensamento tardo-rinascimentale, in due tempi. Cosi' nasce questa sintesi di forme diverse: il campanile (romanico), il fianco (gotico), la facciata (neoclassica, eretta intorno al 1760 su progetto del Baschiera), l'interno, opera di Giulio Romano.



Il Duomo: la facciata settecentesca e il fianco gotico
Esaminiamo ora l'interno della chiesa, riedificato nel 1545 dopo un incendio di vaste proporzioni. L'ambiente e' diviso in cinque navate, riccamente decorate; l'insieme ha una forte connotazione classicheggiante, benche' la morte di Giulio, avvenuta nel 1546, abbia impedito di realizzare interamente il disegno originario. Il completamento dei lavori si deve a Giovan Battista Bertani e ad Antonio Maria Viani. Iniziamo il percorso dalle cappelle del lato destro. Notevole, accanto all'entrata, un sarcofago paleocristiano: segue un paliotto marmoreo del quattordicesimo secolo e un gruppo di dipinti trecenteschi posti alla base dell'antico campanile. Il transetto venne affrescato nei primi anni del Seicento dai mantovani Ippolito Andreasi e Teodoro Ghisi. Nell'abside, una grande opera attribuita da alcuni a Domenico Fetti (1589-1624), ma pił probabilmente dello stesso Viani, L'apoteosi della Redenzione. Sotto l'altare e' conservata, con gusto leggermente macabro, la salma di Sant'Anselmo da Baggio, morto nel 1086, patrono della citta' e massimo consigliere di Matilde di Canossa.

Sul lato sinistro, in fondo, si accede alla cappella del Santissimo Sacramento, a pianta ottagonale, edificata in un sito in cui si erano alternate diverse costruzioni sacre: forse un tempio di Diana, certamente una cappella del Sangue di Cristo. Accanto, altri due luoghi rilevanti: la Cappella dell'Incoronata e la Sagrestia, terminate entrambe intorno al 1480 su progetto di Luca Fancelli. Nella Sagrestia, affreschi di ispirazione mantegnesca sulla volta; inoltre, le tombe di Ferrante Gonzaga e del cardinale Ercole.

Le cappelle seguenti contengono alcuni dipinti di autori che appartennero alla cerchia di Giulio Romano.



Il labirinto


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti