Un delitto impunito


Il Duomo di Mantova, ovvero Cattedrale di San Pietro, ha, come noto, origini antichissime. Oltre alla presenza, sulla sua parte sinistra, di una chiesa piu' piccola, San Paolo, ormai perduta, occorre menzionare anche un antico tempietto che si trovava a meta' strada tra le due costruzioni principali. Era detto Santa Maria dei Voti, e pare che ospitasse al suo interno alcuni affreschi di scuola giottesca. Venne raso al suolo nel quindicesimo secolo, quando fu eretta l'attuale Cappella dell'Incoronata, dedicata a un'immagine della Madonna, posta nel corridoio che allora congiungeva San Pietro e San Paolo. Qui era stata ricavata un tempo la tomba di Bonifacio di Canossa, padre di Matilde. Anch'essa venne distrutta durante i lavori; si salvo' solo la lapide, che venne infissa nel muro dell'Incoronata. Cosi' recita la scritta: Hic jacet egregius Dominus Bonifacius illustris Marchio, et Pater Serenissimae Comitissae Mathildis, qui obiit MLII die VI Indict. V. La data della morte del potente signore di mezza Italia (dalla pianura padana alla Toscana) e' dunque il 6 maggio del 1052. Egli, discendente dalla nobile famiglia degli Attoni, aveva portato la casata al massimo grado di prestigio; a conferma della rinomanza ormai raggiunta, aveva sposato, intorno al 1040, Beatrice di Lorena, che apparteneva a una delle famiglie piu' illustri d'Europa, orgogliosa di un legame di sangue diretto con gli antichi Merovingi. Inoltre, Bonifacio aveva spostato a Mantova la sua residenza, ritenendo che la citta' giocasse un ruolo strategico rispetto alle vie di comunicazione tra il nord e il sud.



La lapide della tomba di Bonifacio di Canossa



Questo uomo accorto fu dunque un grande sovrano, che diffuse e aiuto' la fede cristiana: sotto il suo governo venne riscoperta la reliquia del Sacro Sangue. Di lui parla a lungo Donizone, nella Vita di Matilde. Cosi' si esprime il monaco, scomodando persino la Sibilla: Limpido e buono nel volto e' Bonifacio, / negli atti e nei detti e' limpido e buono. / La profezia lo disse ricco ed amante di pace, / vincitore in ogni battaglia lo disse la profezia.

Ma la sua vita si concluse bruscamente. Recatosi a caccia nella zona tra l'Oglio e il Mincio, in quel periodo ancora coperta da fitte selve, venne ucciso a tradimento nei pressi di San Martino dell'Argine. Misteriosi rimasero gli autori e i mandanti. Sta di fatto che, due anni dopo, Beatrice si risposo' scegliendo come consorte il cugino Goffredo il Barbuto. Egli, erede di un altro ramo dei Lorena, si trovo' all'improvviso arbitro dei destini italiani e francesi, tanto piu' che il papa di allora, Leone IX, era suo parente. Pare si trattasse di un personaggio dall'ambizione sfrenata. Alcuni letterati hanno avanzato l'ipotesi che l'omicidio di Bonifacio facesse parte di un complotto architettato dai due cugini, bramosi di unirsi per fondare, sulle spoglie dei Canossa, una dinastia invincibile, capace di soggiogare il Papato e l'Impero. Ma non esistono prove concrete di questa trama. E' certamente curioso che, alla morte di Goffredo per malattia, la giovane Matilde fosse costretta ad un matrimonio gia' da tempo previsto con il figlio di lui (e suo cugino acquisito), Goffredo il Gobbo. Sembra quasi che le donne di casa Lorena avessero la consuetudine di cercare all'interno di una ristretta cerchia i propri legami di sangue. D'altra parte, se un progetto del genere esisteva davvero, Matilde lo bandi' rapidamente dai suoi pensieri, imboccando decisamente la strada dell'alleanza con Gregorio VII: la chiesa aveva guadagnato una combattente coraggiosa e caparbia.


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti