Il complesso monastico venne fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa, padre di Bonifacio; la potente famiglia possedeva gran
parte dell'isola di San Benedetto, situata su un ramo secondario del Po (detto Lirone), a circa venti chilometri da Mantova. Prima venne edificata
una basilica, quindi si insediarono i benedettini. Poco piu' tardi, la presenza e la morte in loco (1016) dell'eremita armeno Simeone,
che aveva percorso tutta l'Europa e il Vicino Oriente, da Gerusalemme a Santiago de Compostela, consenti' un ampliamento delle
attivita', in coincidenza con la richiesta di canonizzazione del sant'uomo. Nel 1077 l'abbazia venne annessa a Cluny; in questo
periodo si era gia' aperto lo scriptorium, capace di produrre codici di grande valore letterario ed artistico. Il monastero, nell'epoca di
Matilde e di Gregorio VII, diviene un centro propulsore della riforma voluta dal papa. Alla fine del
secolo sorge la chiesa romanica, affiancata dall'oratorio di Santa Maria, in cui e' ancora oggi visibile uno splendido pavimento
decorato con mosaici che raffigurano le virtu' e una serie di animali fantastici. Il capolavoro e' databile al 1150, ed e' stato collegato
al corteo che appare a Dante nel Paradiso Terrestre, al termine della seconda cantica della Divina Commedia. Ricordiamo
solo il grande grifone, trafitto dalla lancia di un soldato (ritorna il tema di Longino e del Cristo); l'unicorno che fronteggia un mostro
alato con artigli e coda; una specie di chimera dalla testa di donna e dal corpo di uccello; poi, altri esseri favolosi, intorno alle
quattro donne che rappresentano le virtu' cardinali.
Nei secoli seguenti, pur tra difficolta' di vario tipo, l'operosita' del monastero prosegue senza sosta e il suo prestigio cresce, tanto che le famiglie mantovane cercano costantemente l'alleanza con i religiosi. Nel 1287 il podesta' dell'isola e' un Bonacolsi; ma sono soprattutto i Corradi di Gonzaga a ottenere protezione dagli abati: Alberto (1200 circa) considera Gualtiero Corradi uomo di fiducia in quanto esponente della parte guelfa. Piu' oscuro e' il periodo pre-rinascimentale. Dal 1404 in poi, inizia una fase di degenerazione e decadenza.
Altri dettagli si potrebbero aggiungere, ma il periodo piu' glorioso della comunita' termina qui. Vogliamo solo menzionare la presenza di tre chiostri del quindicesimo secolo, l'importante Museo della Cultura Popolare Padana, interessante collezione di manufatti provenienti dalle campagne e fortemente caratterizzati da un'ispirazione sacra, il Museo Giorgi, pittore contemporaneo, e la cittadina intorno al monastero, punto di partenza di belle gite sul Po.
Lettura consigliata: I secoli di Polirone, di Paolo Piva e altri, Quistello, 1981 .