Una profetessa arriva da Tebe



Da quali suggestioni mitologiche nasce la leggenda che vuole Mantova fondata dall'indovina Manto, o dal figlio di lei Ocno? Secondo la tradizione greca, Manto era figlia di Tiresia, il vate di Tebe: costui, nato dalla ninfa Cariclo, acquisto' la sua capacita' divinatoria in modo del tutto straordinario. Vide un giorno due serpenti che si accoppiavano e li uccise; punito dagli dei per questo delitto, fu trasformato in donna; sette anni dopo, incontro' la medesima coppia di animali e ritorno' all'aspetto originario. Per aver vissuto questa duplice esperienza, venne consultato da Zeus in merito a una questione amorosa; Era, indispettita dalla sua risposta, lo rese cieco, ma il signore dell'Olimpo lo ricompenso' donandogli la virtu' della profezia. Tiresia fu poi l'uomo che Edipo interrogo' senza giovamento, e che vide, con gli occhi della mente, scatenarsi la guerra di successione dopo la caduta dell'incestuoso re. Mori' per aver bevuto le acque troppo fredde della fonte Telfusa; ma anche agli Inferi venne raggiunto da Ulisse, che da lui volle conoscere il futuro.

A sua volta, Manto aveva ereditato dal padre la capacita' di predire gli eventi. Anche in questo caso, pero', come in seguito accadra' a Longino, notiamo uno sdoppiamento della figura mitica. Da un lato, i greci conoscono una Manto che fugge da Tebe e si ferma in Ionia, nell'attuale Turchia; unendosi ad Apollo, la donna genera l'altro veggente Mopso. Dall'altro, la Manto occidentale arriva in Italia, e qui individua un luogo protetto dalle paludi, che diverra' la sede della citta' virgiliana. Naturalmente, la somiglianza dei nomi (Manto - Mantova) ha favorito questa seconda linea di racconti. Occorre pero' dire che si tratta di un'etimologia assolutamente incerta: gia' nell'antichita' si affermo' che la parola Mantova derivava da un dio etrusco, il signore dei morti del pantheon tirreno, chiamato Mantu.



Nel Duomo rinascimentale, la figura ieratica della Sibilla Persica



Ci interessa qui notare l'assimilazione tra Manto e la Sibilla. Come e' noto, questa seconda figura di donna corrisponde a un gruppo di veggenti involontarie che prendono la seconda parte del loro nome dal territorio in cui operano. Rappresentano, in realta', la trasformazione di una serie di divinita' ancestrali, apparentemente dimenticate dalla religiosita' dell'epoca classica, ma sempre efficaci come anello di congiunzione tra gli uomini e le potenze ultraterrene. Che d'altra parte Manto appartenga a questa razza ci viene confermato da tutta l'epopea tebana, la quale racconta appunto il dramma della razionalita' greca (Edipo, Antigone) contrapposta alla forza tellurica scatenata da entita' sconosciute, di origine evidentemente molto piu' antica (la Sfinge e il suo enigma). Gia' il doppio sesso di Tiresia allude a una duplicita' irresolubile: l'uomo occidentale si dibatte invano tra i dubbi, incapace di cogliere la sostanza del problema, l'uccisione del padre, l'amore materno, la disputa tra i fratelli. Ma, dettaglio fondamentale, due fonti letterarie diverse e unite riprendono la tradizione delle Sibille e la reinterpretano in modo inedito e geniale: Virgilio fa incontrare Enea e la Sibilla Cumana, che consente all'eroe di intraprendere il suo viaggio nell'aldila', dove gli verranno rivelati i destini di Roma; gli Oracoli Sibillini, testi prima ebreo-ellenistici e poi cristiani, sfruttano l'autorità della profetessa per confermare in terra pagana l'avvento di Gesu' Cristo. Questa operazione spregiudicata riesce perfettamente: sulle pareti delle chiese cattoliche (vedi il Duomo di Mantova, ma anche i portali delle cattedrali francesi e la stessa Citta' del Vaticano) appaiono immagini di donne invasate che in origine nulla avevano da spartire con la nuova fede.

In particolare, Manto e' vicina alla Sibilla Delfica, ispirata direttamente da Apollo. Infatti, secondo alcune cronache, la figlia di Tiresia si chiamava Dafne, come la ninfa sedotta dal dio, dove il tentativo di violenza allude al rapporto privilegiato da cui nasce l'arte divinatoria. Altre fonti, invece, sostengono che Manto e' la Sibilla Tessala. Qualcosa comunque collega il passato al futuro: per un approfondimento delle implicazioni etimologiche del nome della nostra profetessa rimandiamo ad altro articolo.


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author: giovanni pasetti