Quali ulteriori spunti critici si possono trarre dalla presenza del Mantegna
a Mantova, e in particolare dalla sua attività all'interno della
Casa? Giannino Giovannoni osserva che esiste già
oggi, nelle collezioni private locali, un nucleo di documentazione di tutto
rilievo.
Esso è costituito da incisioni attribuibili alla cerchia del
Maestro, come quella delle quattro muse danzanti, derivata forse da un
disegno preparatorio per il dipinto raffigurante il Parnaso, oggi
al Louvre, già presente nello studiolo di Isabella d’Este: si tratta
di una composizione a lungo attribuita al maestro, e di recente assegnata
al cosiddetto Primo incisore.
Altre incisioni sono derivate dai disegni: è il caso dell'opera
di Adamo Scultori raffigurante un’allegoria della Servitù, o dell'esemplare
di Robert Von Audenaerde, la replica di una delle nove incisioni corrispondenti
al Trionfo di Cesare. Interessanti sono anche gli oggetti che possono
documentare la fortuna delle opere del padovano, come l’incisione di Orazio
Borgianni che si rifà al Cristo Morto
e, più in generale, quelle relative al messaggio del classicismo
introdotto a Mantova dal Mantegna. La documentazione riguarda anche i personaggi
più illustri sotto i quali si svolse la vicenda del Mantegna, ad
esempio Ludovico e Francesco II Gonzaga, effigiati in incisioni tardo cinquecentesche,
in busti lignei e in numerose monete e medaglie.
Le Quattro muse danzanti, che qui riproduciamo, sembrano appunto
riprendere specularmente un disegno preparatorio del Parnaso. Particolare
interessante, la posizione della testa della musa all'estrema destra è
identica a quella che appare nella vera stesura del quadro del Louvre,
rivelata dall'analisi a raggi X. Quanto all'autore, lasciamo parlare David
Landau, che identifica il cosiddetto Primo Incisore in Giovanni Antonio
da Brescia:
Egli deve essere entrato a far parte della bottega intorno al 1490,
e aveva iniziato copiando alcune stampe del Mantegna di vent'anni prima.
Col tempo acquisì l'abilità tecnica sufficiente per poter
incidere lastre in base ai dettagliati disegni del Mantegna, ma sempre
sotto il rigido e attento controllo del maestro... Il fatto che ci sia
pervenuto solo un ristretto numero di prove delle prime stampe del Mantegna
induce a credere che quest'artista, ossessivamente puntiglioso, abbia capito
che tali esemplari, sebbene lungi dall'essere perfetti, erano degni d'essere
conservati, rappresentando quanto di meglio era in grado di produrre all'epoca.
L'operosità di Andrea oltrepassa dunque il momento della morte,
poiché determina una corrente di seguaci che ricordano con la loro
attività il genio scomparso. La ghirlanda delle muse si svolge,
in un estatico passo di danza, a ritmare la perenne incertezza del Paradiso
e dell'Arte. L'ultima eredità del padovano può venir riassunta
in una semplice frase: è necessario coniugare l'eternità
e l'attimo, il dettaglio più accurato e la forza dell'indicibile.
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