Il Cristo Morto


La figura del corpo del Cristo, affiancato dalla Madonna e da San Giovanni Evangelista, raggiunge in questo dipinto, oggi custodito a Brera, un'intensità quasi sconvolgente. Il profondo 'scorcio' dà al volto del Salvatore una fissità ieratica e, insieme, rapita. La prospettiva gioca con i valori dello spazio tramutando il binomio compositivo primo piano / secondo piano nella più forte e drammatica opposizione basso / alto, cosicché lo spettatore si ritrova quasi d'incanto ai piedi di una grande e invisibile croce.
Quanto all'epoca di stesura e al tragitto seguito dalla tela, da Mantova a Milano, i pareri divergono radicalmente; in pratica, benché si propenda per una datazione intorno al 1480, il dipinto è stato associato a ogni tappa saliente della vita del Maestro, dal periodo padovano fino all'ultima parte dell'avventura mantovana. E' un'ulteriore conferma di quanto sia arduo precisare, nel caso mantegnesco, un tragitto coerente e una trasformazione dello stile, tale è la sintesi immaginativa che puntualmente si riscontra nelle più alte creazioni di Andrea.

Recentemente, il dipinto ha dato luogo a una raffinata ed esauriente analisi da parte di Francesco Frangi (Cristo Morto, edizioni TEA), che insiste specialmente su alcuni temi iconografici:
Il Cristo Morto si presenta, da un punto di vista ideativo, come un coerente sviluppo e quasi una naturale conseguenza delle ricerche già avviate da Mantegna sulla rappresentazione della figura scorciata, che vedono l'artista padovano in prima fila nel contesto della pittura italiana contemporanea. Un dato, questo, già ben chiaro ai più precoci commentatori dell'arte del pittore, come illustrano gli espliciti riferimenti all'abilità di Mantegna nella resa degli scorci che si trovano tanto nella 'Chronica rimata' tardoquattrocentesca di Giovanni Santi, quanto nelle pagine del Serlio (1537), del Vasari (1568) e del Lomazzo (1590).
I fondamentali e precedenti capitoli delle sperimentazioni di Mantegna in questo campo sono da rintracciare in due episodi già ricordati, vale a dire la raffigurazione del corpo di San Cristoforo nella scena del Trasporto del corpo santo affrescata nella Cappella Ovetari e nei tre putti dell'oculo della Camera degli Sposi......





Così continua lo studioso: L'interpretazione fornita dallo stesso Jacobsen, secondo la quale la presa scorciata sul corpo di Cristo si rivela finalizzata ad evidenziare in una visione unitaria e ravvicinata le cinque ferite del Redentore, un preciso tema iconografico di origine medievale, appare stimolante ma certo non esauriente. Se da un lato, infatti, essa potrebbe spiegare l'evidenza quasi da anatomista con la quale sono esibite le ferite delle mani e dei piedi di Cristo, dall'altro lato una simile interpretazione non rende conto di alcuni elementi che giocano un ruolo decisivo nella decifrazione del reale significato del quadro di Mantegna. Il riferimento è in particolare alla lastra sulla quale è steso il corpo di Cristo, spesso superficialmente descritta come una tavola d'altare o una pietra tombale ma in realtà certamente identificabile, come indicano sia la sua caratteristica rossastra a venature bianche, sia la presenza del vaso dell'unguento, a destra della testa di Cristo, nella pietra dell'unzione; cioè nella pietra sulla quale, prima della deposizione nel sepolcro, il corpo del Redentore venne spalmato di olii aromatici, conformemente al rito della sepoltura ebraica. La pietra dell'unzione non compare nei testi evangelici, i quali però fanno chiaro riferimento all'unzione del corpo di Cristo con l'aloe e mirra portati appositamente, la notte del Venerdì santo, da Nicodemo a Giuseppe d'Arimatea, al quale Pilato aveva concesso di deporre Cristo dalla croce. Ad incrementare in modo decisivo la diffusione del culto della pietra fu tuttavia l'apparizione a Costantinopoli, durante il regno di Manuele Comneno, e più precisamente tra il 1169 e il 1170, di una reliquia proveniente da Efeso (dove, secondo la leggenda, era stata lasciata dalla Maddalena, che l'aveva portata con sé da Gerusalemme), venerata appunto come lastra sulla quale era stato unto il Redentore...


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