Una processione senza tempo


Impresa difficilissima e' ricostruire i rapporti iconografici soggiacenti; se infatti il soggetto e' apparentemente classico, l'ispirazione generale e' del tutto anti-classica, tanto che alcuni studiosi hanno preferito riferirsi ad una cultura orientaleggiante che guardava con grande interesse ai cimeli egizi presenti in Italia. Rimane solo un breve orizzonte, in special modo nel quarto quadro: in alto, si apre un cielo multicolore che tuttavia non illumina alcun panorama; le nuvole appaiono così densamente intessute da far credere che, stendendo una mano, sia possibile toccare una materia compatta. La tela si richiude su se stessa, in un vicolo cieco da cui il genio dei pittori rinascimentali non potrà più uscire.


La sesta tela


Scrive il Sovrintendente Aldo Cicinelli:
Il Mantegna doveva aver meditato a lungo il tema del Trionfo militare, ispiratogli da fonti letterarie e particolarmente dal De re militari di Valturio, stampato a Verona nel 1472, anche se le precedenti vicende non gli consentono di applicarsi prima del 1485. Nell'agosto del 1486 alcune parti risultano già dipinte, ma le nove tele della serie risultano ultimate non prima del 1492, con una interruzione tra 1488 e 1490 perché Mantegna in quel periodo è a Roma...

Restano comunque molti dubbi in merito alla datazione precisa del ciclo, alla committenza e alla localizzazione delle tele prima del loro trasporto nel Palazzo di San Sebastiano, che avvenne solo poco prima della morte del Maestro. Alcuni studiosi ipotizzano che le opere fossero state concepite per una collocazione negli ambienti di Palazzo Ducale, forse nel Castello. Affascinante è l'ipotesi che il Trionfo decorasse provvisoriamente il cortile interno della Casa del Mantegna. Forse si tratta di una leggenda, che tuttavia ha il pregio di ridare ai dipinti, sistemati in questo caso negli intervalli tra un pilastro e l'altro del porticato, quel carattere di processione circolare senza inizio e senza fine che certamente oggi nascondono.
Osserva Carla Cerati:
Evidentemente legato al discorso sulla committenza si pone il problema della datazione dei Trionfi di Cesare... Una prima serie di considerazioni può essere fatta adottando come termine di paragone la Madonna della Vittoria, dipinta tra il 1495 e il 1496, che presenta notevoli affinità con i Trionfi sia per il tipo di tecnica usata, tempera su tela gessata, sia per la complessità dell'impianto iconografico...
Si può pensare che sia occorso almeno un anno per il compimento di ciascuno di essi, quindi circa nove anni per la stesura dell'intero ciclo. Pensando che il lavoro si sia prolungato fino al 1499 circa, è improbabile che la commissione sia venuta al Mantegna da Francesco II, divenuto marchese nel 1484. Nel suo periodo di regno infatti il pittore ebbe incarichi per un lasso di tempo abbastanza lungo... Il tempo rimanente non sembra essere sufficiente al compimento ed esecuzione di un ciclo pittorico di tale complessità...


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