Gli arazzi di Raffaello


Una delle gemme contenute in Palazzo Ducale e' certamente la serie di nove arazzi tessuti dai maestri di Bruxelles su cartoni di Raffaello. Oggi, dopo un lungo percorso compiuto nei secoli all'interno della reggia, i preziosi manufatti sono custoditi nel cosiddetto Appartamento Verde, in quell'ala di palazzo di epoca tardogotica che racchiude il cortile di Santa Croce. Le tre sale in cui sono ripartiti vengono appunto chiamate Stanze degli Arazzi; la ristrutturazione settecentesca degli ambienti e' di gusto neoclassico, ed avvenne sotto la direzione di Paolo Pozzo.

La storia degli arazzi e' complessa e interessante. Fu il papa Leone X, un Medici che amava l'arte fiamminga, a commissionare un ciclo di opere che avesse come tema la predicazione di San Pietro e di San Paolo, ovvero la nascita della Chiesa di Roma; il pontefice intendeva completare e controbilanciare gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, che illustrano episodi dell'Antico Testamento e della vita di Gesu'. Il lavoro venne affidato a Raffaello: il maestro, con l'aiuto dei suoi scolari, tra cui quasi certamente il giovane Giulio Romano, termino' il gruppo di cartoni nel 1516. Questi ultimi furono spediti a Bruxelles, dove gli arazzi vennero ultimati entro il 1519. L'autore della editio princeps, ovvero del primo trasferimento su telaio, fu Pieter van Aelst; dei dieci cartoni originari, sette sono sopravvissuti e si conservano nel Victoria and Albert Museum di Londra.

La splendida serie attiro' la curiosita' e l'invidia di molti collezionisti dell'epoca. In particolare, Isabella d'Este cerco' in ogni modo di acquistare la tappezzeria del papa, avvalendosi dell'aiuto del figlio Ferrante, condottiero imperiale. Effettivamente, durante le razzie del Sacco di Roma (1527) due panni vennero caricati sulla nave di Isabella, che purtroppo subi' durante il viaggio l'assalto dei pirati. Gli arazzi, alquanto danneggiati, torneranno molti anni dopo nella Cappella Sistina: il primo tentativo dei Gonzaga non aveva raggiunto l'esito sperato.



Uno degli arazzi basati sui cartoni di Raffaello: la pesca miracolosa
Una via piu' tranquilla venne seguita dal cardinale Ercole, figlio di Isabella e fratello di Federico II, vescovo di Mantova, reggente del ducato e, al termine della sua vita, presidente del Concilio di Trento. Egli riusci' ad acquistare una successiva replica dei cartoni, mancante di un solo pezzo e intessuta a Bruxelles tra il 1530 e il 1540. La lascio' in eredita' al nipote Guglielmo, che assecondo' la volonta' dello zio, usandola per impreziosire la chiesa palatina di Santa Barbara. Qui gli arazzi rimasero per due secoli; vennero poi ospitati in un magazzino e successivamente restaurati, dopo l'intervento della stessa Maria Teresa. Raggiunsero infine la destinazione odierna, ovvero le stanze opportunamente riadattate dell'Appartamento Verde. Dopo un periodo di esilio a Vienna, tra il 1866 e la fine della prima guerra mondiale, la serie torna a Mantova, su esplicita rivendicazione dello Stato Italiano.

Ecco i soggetti degli arazzi: La guarigione dello storpio (protagonisti sono Pietro e Giovanni); Il sacrificio di Listra (Paolo guarisce uno storpio ma si rifiuta d'essere adorato dal popolo); La morte di Anania (drammatico episodio degli Atti degli Apostoli); Saulo sulla via di Damasco (la conversione spettacolare del futuro santo); La predica di Paolo sull'Aeropago (il conflitto tra la sapienza greca e la nuova fede); Il primato di Pietro (Gesu' investe Pietro del compito di guidare la Chiesa); La pesca miracolosa (il famoso episodio del Vangelo di Luca); La punizione di Elima (Paolo rende cieco un mago che aveva tentato di ostacolarlo); La lapidazione di Stefano (il primo martirio, alla presenza di un Saulo ancora pagano).



Il labirinto


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti