Rigoletto e' la prima opera della cosiddetta trilogia popolare di Verdi, che comprende anche il Trovatore e
la Traviata; corrisponde inoltre alla definitiva affermazione del Maestro, che raggiunge in questo melodramma uno dei
vertici assoluti della sua arte. La partitura venne terminata nel febbraio del 1851 e la prima rappresentazione ebbe luogo l'undici
marzo, alla Fenice di Venezia. Come tutti sanno, l'azione, ispirata da una tragedia di Victor Hugo, Le roi s'amuse, ha come
protagonisti il duca di Mantova e il suo buffone, padre della sventurata Gilda. La ragazza viene sedotta e abbandonata dal principe:
l'oltraggio scatena la furia vendicatrice del gobbo (Maledizione doveva essere il titolo dell'opera), che tuttavia ha come
unico effetto l'assassinio involontario della giovane. A Rigoletto non resta che abbracciare il povero corpo, diseso sopra una barca
che si dondola sulle acque del lago. Lontano, il duca fischietta una canzone; non si e' affatto accorto della minaccia che stava per
colpirlo, protetto come al solito dal suo fascino e dal potere della corte.
Scrive Verdi: Bellissimo il personaggio, esternamente deforme e ridicolo e internamente appassionato e pieno d'amore. E' infatti questo uno dei cardini del dramma, che vive e si nutre di romantici contrasti: la malformazione fisica si unisce al dolce amor paterno, la ragazza si sacrifica per salvare chi l'ha stuprata, i motti sarcastici nascondono un dolore immenso. Solo il duca e' un uomo senza segreti, capace di risolvere ogni rapporto nella semplice esibizione del libertinaggio piu' sfrontato.
La vicenda inventata da Hugo intorno al 1830 ha come sfondo Parigi; il buffone si chiama Triboulet, sua
figlia ha nome Blanche, il seduttore e' il re di Francia Francesco I. Ma i problemi di censura, dovuti ad una rappresentazione troppo
ardita dei tirannici desideri regali, costrinsero il librettista Piave e Verdi stesso a trasformare completamente la scena, trasportandola
in una corte rinascimentale italiana. Fu un colpo d'ingegno, che nasceva forse dalla misteriosa affinita' tra la capitale francese e
la citta' virgiliana: entrambe costruite su un'isola fluviale, entrambe ricche di preziosi tesori. Una parte delle fortificazioni che si
snodavano accanto al borgo di San Giorgio divenne la casa di Sparafucile, il sicario prezzolato; il lago fu il naturale quadro
della straziante conclusione; quanto al signore libertino, la storia di Mantova ne annovera fin troppi, e non fu necessario
precisare ulteriormente il personaggio del prepotente duca; infine, per la casa di Rigoletto la tradizione scelse una piccola dimora
situata in Piazza Sordello. Si tratta di un edificio di fondazione alto-medioevale, rinnovato nel
periodo gonzaghesco. Sorge alla fine del fianco destro del Duomo, davanti al luogo dove un tempo si apriva
il teatro di corte, bruciato nel 1588 (l'ampio spazio rettangolare e' la sede del Museo Archeologico Nazionale).
Nelle sue sale si possono ancora oggi ammirare resti di affreschi e di soffitti antichi, su cui spicca un'impresa isabelliana.
Destino volle che l'ottusita' dei governanti austriaci contribuisse a creare la cornice piu' adatta alle gesta del buffone. Oggi, Rigoletto e' sinonimo di Mantova, e viceversa. Percorrendo di notte, d'inverno, le piazze deserte intorno a Palazzo Ducale, si possono facilmente immaginare gli astuti cortigiani che, per compiacere il principe, uscendo dall'ombra corrono a rapire l'innocente Gilda.