La Divina Commedia


Li uomini poi che 'ntorno erano sparti / s'accolsero a quel loco, ch'era forte / per lo pantan ch'avea da tutte parti. / Fer la citta' sovra quell'ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, / Mantua l'appellar senz'altra sorte. Con queste parole, quasi brutali, Dante descrive nel canto ventesimo dell'Inferno la nascita di Mantova; pochi versi prima aveva detto, presentando la profetessa che diede il nome al luogo: E quella che ricuopre le mammelle, / che tu non vedi, con le trecce sciolte, / e ha di la' ogne pilosa pelle, / Manto fu, che cerco' per terre molte; poscia si puose la' dove nacqu' io; / onde un poco mi piace che m'ascolte. E' Virgilio, come al solito, a spiegare. Siamo nel cerchio ottavo, quarta bolgia, la' dove vengono puniti gli indovini che, avendo cercato di violare i segreti della Provvidenza, volgendo le spalle alla verita', per contrappasso devono aggirarsi con il viso orribilmente stravolto, e i capelli che scendono sul petto. Grande e' la riprovazione di Dante nei confronti di questa perversione divinatoria; molti hanno visto nell'episodio la volonta' di separare Virgilio dalla sua ormai antica nomea di mago, facendogli pronunciare un discorso sferzante: Chi e' piu' scellerato che colui / che al giudicio divin passion comporta? Tuttavia, alla condanna di Manto e' unita una descrizione quasi sognante del territorio che dal lago di Garda si estende fino al centro della pianura padana, seguendo il corso del Mincio. Infine, ecco la lama destinata a ospitare il nuovo borgo.

Che Mantova abbia un rilievo eccezionale nella Divina Commedia e' cosa evidente: subito nel primo canto appare l'aggettivo mantoani, che precede ogni diversa allusione ad un'altra citta' o ad un'altra nazione. Non c'e' da stupirsi: mantovana e' la guida che Dante ha scelto per intraprendere la rischiosa esplorazione dei primi due mondi ultraterreni. E ogni volta che Virgilio nomina Mantova sembra risuonare in lui una nota patetica, un rimpianto sottile.

La seconda importante citazione e' contenuta nel canto sesto del Purgatorio, nell'attimo dell'incontro con Sordello: le ombre si abbracciano non appena viene intonata quella parola, che risuona nell'aria come la dolce evocazione di un amore: e 'l dolce duca incominciava / 'Mantua'... Questo affetto tra conterranei da' modo a Dante, per contrasto, di scagliarsi contro le divisioni che dilaniano l'Italia.



Pagina di un codice quattrocentesco della Divina Commedia: il labirinto e il minotauro



Inoltre, molti hanno creduto di ravvisare nell'apparizione di Matelda, nel canto ventisettesimo del Purgatorio, il personaggio storico di Matilde di Canossa. L'enigmatica donna si presenta nel Paradiso Terrestre, la divina foresta spessa e viva. Virgilio sta per scomparire, con grande dolore del suo discepolo: Virgilio n'avea lasciati scemi / di se', Virgilio dolcissimo patre. La bella donna, dall'invincibile riso (Ella ridea da l'altra riva dritta, / trattando piu' color con le sue mani / che l'alta terra sanza seme gitta), e' il ponte ideale che unisce finalmente Dante a Beatrice, compensando nella letizia la perdita del maestro amato. Dalla selva oscura del primo canto siamo passati a un giardino di delizie, come se il mondo si fosse via via depurato dalle sue tenebre. Secondo questa interpretazione, e' naturale che, all'inizio e alla fine della parte del viaggio piu' legata al divenire mondano, stiano due figure simmetriche, che in epoche diverse hanno onorato Mantova, la terra in cui una foresta nasconde segreti e sacre presenze: l' Eden delle Georgiche, i prati di Orfeo, il bosco dei cavalieri.

Rimane da chiedersi in quali occasioni il poeta fiorentino ha visitato Mantova. Solo di una cosa possiamo essere certi: al termine della sua vita, tra il 1319 e il 1320, egli si reco' nella nostra citta' e vi ascolto' una discussione che divenne la base del suo scritto scientifico Quaestio de aqua et terra: A ciascuno di voi sia noto come, trovandomi io in Mantova, si accendesse una disputa che venne dibattuta piu' in modo sofistico che secondo verita'... E quale luogo migliore, per parlare del rapporto tra l'acqua e le terre emerse, di un'isola misteriosamente posata sui flutti?

Infine, altre due correlazioni: un discendente di Dante visse all'inizio del Cinquecento a Mantova, sotto la protezione di Francesco Gonzaga. Pochi anni prima, nel 1472, aveva visto la luce l'editio princeps della Divina Commedia, contemporanea a quelle di Foligno e di Jesi. Mentre sorgeva la fabbrica della nuova Sant'Andrea, i fratelli Giorgio e Paolo Putzbach, originari di Magonza, fecero uscire dai loro torchi il prezioso libro, decorato da alcune miniature e conservato oggi, in diciassette copie, in varie biblioteche del mondo. Degno omaggio per il grande poeta che cosi' aveva iniziato, un giorno: Nel mezo del chamin di nostra vita / mi ritrovai per una selva schura...



Il labirinto


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti