Un ciclo zodiacale del Rinascimento


All' interno delle mura di Palazzo d' Arco sorge una palazzina di epoca assai anteriore. Le ricerche archivistiche non hanno ancora chiarito la successione esatta dei suoi proprietari; sembra, tuttavia, che parte della zona circostante appartenesse a qualche ramo della famiglia Gonzaga. Nella sala maggiore dell'edificio e' dipinto un ciclo d'affreschi che percorre tutte le pareti: si tratta di dodici riquadri, associati ai segni dello Zodiaco. Lo stile e' rinascimentale, e la data dell'opera puo' essere fatta risalire ai primi decenni del Cinquecento. Dopo un ulteriore esame, gli studiosi hanno concordemente attribuito il dipinto a Giovanni Maria Falconetto, pittore nato a Verona nel 1468 e morto a Padova nel 1535; in qualita' di architetto progetto', tra l'altro, alcune porte della citta' del Santo. Fu particolarmente interessato allo studio dei monumenti antichi e, per questa ragione, trascorse dodici anni a Roma. Il Vasari dice, nelle sue Vite: Lavoro' a Mantova al signor Luigi Gonzaga cose assai.

Se l'autore e' ormai accertato, misterioso resta il committente. L'accenno del Vasari non chiarisce di quale Luigi si parla. Eppure, colui che volle questi affreschi come decorazione della propria casa doveva essere un personaggio illustre e colto.

Come in altri cicli analoghi, l'autore sovrappone diverse griglie di riferimento. Sotto ogni segno appare il mito relativo alla costellazione zodiacale; spesso, Ercole ne e' il protagonista. Sullo sfondo, nella maggior parte dei casi, si ammira una rappresentazione del lavoro associato al mese e alla stagione. Al centro, spicca invariabilmente un gruppo di personaggi, piu' o meno noti. Tra gli esempi piu' eclatanti ricordiamo la grande Diana Efesina nel segno del Leone (vedi immagine); oppure Muzio Scevola, ritratto, nel segno dell'Ariete, mentre sta per bruciare la sua mano. Inoltre, in molti riquadri sono presenti rovine di antiche architetture, come il Colosseo, l'arco di Augusto a Fano, la basilica di San Vitale a Ravenna. Questo gusto antiquario viene rafforzato dalla presenza, a guisa di cornici, di finte architetture ad arcate, con pilastri percorsi da grottesche, alla cui base stanno delle grisaille di soggetto mitologico. Nei pennacchi appaiono alcuni medaglioni con teste di Imperatori.



Il segno del Leone: particolare dell'affresco di Giovanni Maria Falconetto




Nella parte alta di ogni sezione e' situato il segno zodiacale, e nell'imposta dell'arco si trova una figura che colloca in cielo il protagonista del mito. Come si puo' notare, siamo di fronte ad un progetto iconografico complesso e affascinante, perche' ricco di simboli e di riferimenti letterari dotti. Interessante in proposito e' la ricerca della studiosa Gianna Pinotti. Oltre a chiarire alcuni punti oscuri dell'intreccio tra esiti figurativi e fonti letterarie (come il romanzo bizantino di Eumathios Macrembolitanus Gli amori di Ismenio e di Ismene, o Le guerre Gotiche di Procopio), la scrittrice ha proposto una suggestiva ipotesi in relazione alla committenza dell'opera.

Il Luigi Gonzaga a cui allude il Vasari sarebbe Luigi Rodomonte, padre di Vespasiano, il costruttore di Sabbioneta. Egli e' una figura di grande interesse storico e artistico: bisnipote di Ludovico II Gonzaga, si guadagno' il soprannome di Rodomonte per la robustezza e il valore guerriero: milito' nell'esercito imperiale di Carlo V (entrambi erano nati nel 1500), guadagnandosi la sua fiducia insieme al grado di comandante. In questa veste partecipo' al sacco di Roma del 1527, distinguendosi in ogni combattimento. Ma fu anche uomo di lettere e poeta, come ricorda l'Ariosto. Molti dei suoi componimenti vennero dedicati al suo grande amore, Isabella Colonna: la bellissima ragazza, discendente dalla famosa famiglia romana, gli fu contesa dal cugino Ferrante. Questa passione divenne celebre in tutta Italia, specialmente per i suoi risvolti romanzeschi e avventurosi: fu necessario un doppio matrimonio, ma alla fine Rodomonte corono' il proprio sogno. Purtroppo, mori' poco tempo dopo, colpito da una granata durante una guerricciola di poca importanza. Il suo erede, Vespasiano, destinato a salire ad un altissimo rango nella corte di Spagna, aveva appena un anno di eta'.

La studiosa rintraccia elementi precisi che, nel ciclo zodiacale, alludono a questo straordinario personaggio e alla sua storia: alcune significative imprese gonzaghesche, usate appunto da quel ramo della dinastia; la rappresentazione dell'assalto di Castel Sant'Angelo, inteso come profanazione di un tempio; la presenza, nel Messale Colonna, di Diana Efesina e di Ercole, ripresi nell'opera di Falconetto come equivalenti celesti di Isabella e di Rodomonte.

Benche' la questione sia ancora controversa, e' senza dubbio affascinante il legame che unirebbe il caso privato di un principe del Rinascimento alle gesta degli dei e degli eroi. Il tutto, sotto un cielo di astri, che guardano alle vicende dei mortali in modo talvolta benigno, talvolta avverso.


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author: giovanni pasetti