Un celebre Arlecchino mantovano


Tristano Martinelli nacque a Marcaria nel 1557 e mori' a Mantova nel 1630. Viene considerato il piu' grande tra gli antichi Arlecchini, al tempo della massima fioritura della Commedia dell'Arte. Anzi, è ormai ritenuto l'inventore della celebre maschera, che egli avrebbe formato a partire da antiche leggende del nord, fatte di ombra e di diavoli. Personaggio libero e bizzarro, intrattenne rapporti con le maggiori corti d'Europa, permettendosi di prendere in giro anche gli stessi regnanti. Cosi', si rivolgeva a Maria de' Medici chiamandola comadre regina gallina. Debuttando nella compagnia del fratello Drusiano, acquisto' presto fama e delizio' il pubblico di Mantova e Piacenza. Alla fine del secolo venne chiamato in Francia da Enrico IV; si trattenne a lungo a Lione dove termino' le sue Compositions de Rethorique, un testo di 70 pagine scritto in una lingua a meta' tra il dialetto e il francese, ricco di figure ma povero di testi. Nel 1606 iniziano i numerosi viaggi in Italia: Venezia, Bologna, Firenze, Genova, Ferrara... Sul finire della vita, stanco dopo una carriera in cui aveva dimostrato inesauribile vitalita', fuggi' quasi dal paese transalpino per rifugiarsi nella citta' natale, in via dell'Aquila.



L'Arlecchino mantovano e il suo mulino




Proverbiale era la sua avidita' di denaro e gioielli; d'altra parte, un attore comico viveva in quel periodo (e non solo in quello...) sotto l'incubo della fame, ben sapendo di camminare su una corda tesa, in balia dei capricci dei nobili. Un'esistenza di fughe e stenti a cui pochi si sottraevano.

In questa prospettiva va apprezzata la lapide della collezione del Palazzo del Capitano, proveniente dalla sua casa e datata 1616. La scritta, in volgare mantovano, recita: Mi son quel bel molin de Bigarel, aquistat d'Arlechin, comic famos, perche' i so fioi non me manda in bordel, l' ha' fatt un bel pensier da giudicios, essed' homo ch' a' zuf, e' cha' cervel, per ingana qualche gioton vecios, e perche' i boni mai non sia gabba, sott'un fidcommis el m'ha lega. Lettor nof ste a burla che de quest ghene ampla scrittura pero guardev da la malaventura.

Ovvero: Sono quel bel mulino di Bigarello acquistato da Arlecchino comico famoso: perche' i suoi figli non mi mandino in rovina, ha avuto una bella trovata da persona giudiziosa: essendo uomo che ha ciuffo e cervello, per ingannare qualche ghiottone vizioso, e affinche' i buoni non siano mai gabbati, mi ha legato in fidecommesso. Lettore non credere che sia uno scherzo, perche' a prova vi e' una ricca documentazione. Percio', guardatevi dalla cattiva sorte.

Dunque, pur di non perdere il mulino, l' Arlecchino libero e beffardo si e' fatto legare al frutto delle sue fatiche con una robusta catena. E ora puo' davvero riposare in pace.


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti