Le Collezioni del Risorgimento


Le collezioni risorgimentali ospitate a Mantova rivestono un interesse insospettabile: si tratta di manifesti, pubblicazioni, oggetti, quadri e armi dell’epoca. Leggiamo, ad esempio, il minaccioso proclama di Radetzky, all'indomani della conclusione della prima guerra di indipendenza: Alla testa del prode e vittorioso mio esercito sono entrato sul vostro suolo come il liberator vostro da una dominazione rivoluzionaria e tirannica... Abitanti della Lombardia, ascoltate il benevolo mio consiglio. Confidenti accogliete le brave mie Truppe. Esse guarentiranno al cittadino pacifico ogni maggior sicurezza della persona e della proprieta', ma contro chi si ostinasse nel cieco delirio della ribellione procederanno irremissibilmente con tutta la severita' della legge marziale. 27 luglio 1848.

Dove ben si vede come le parole rivoluzione e tirannide si prestano ad essere interpretate in modo molto esteso.



Oggetti appartenuti a Don Tazzoli




Oltre a un gruppo di medaglie commemorative e ad una biblioteca proveniente in parte dal fondo dello stesso Tazzoli (testi religiosi e filosofici, scritti storici e di morale), il nucleo della raccolta consiste naturalmente negli oggetti personali dei patrioti. Si tratta di materiale disparato, che tuttavia di solito conserva un forte significato umano. Ricordiamo le carte da gioco usate dai detenuti in carcere, i brandelli di fazzoletti gettati ai vivi affinche' si ricordassero del sacrificio, i crocefissi appartenenti ai cospiratori piu' toccati dalla fede in Dio. Insieme ai ritratti, infine, parlano le lettere, e in particolare i testamenti ultimati poche ore prima dell'impiccagione. Riportiamo quasi integralmente quello di Carlo Poma, ventinovenne, membro del comitato segreto mazziniano.

Domenica 4 dicembre 52, ora 1 pomeridiana. Tu, mio buon fratello Luigi che venisti a struggerti in lacrime nelle mie braccia, per consolarmi adempi a questo pio ufficio di eseguire queste ultime disposizioni della mia volonta'. Lascio erede de' miei affetti tutta la mia famiglia, e chiunque mi fu amico quando viveva, essa l'accolga qual suo. Ricordatevi sempre di me, e se il ricordarmi vi fara' piangere, piangete ma ricordatemi. Io v'immersi nell'afflizione, in cui vi trovate per colpa piu' d'altrui che mia: ma questa mia, abbenche' poca cosa, io sono per iscontare con la perdita della vita. Non mi rammarica il perderla, bensi' il pensiero d'avervi fatto per sempre infelici. In questi ultimi momenti, Mamma , Alessandro, Giusto, Gigio, Teresa, Carolina, perdonatemi, cancellate pensando a me quanto puo' offuscarne la memoria.... Giusto, scegli tra le mie due spille quella che ti piacera' di piu', e l'altra la dono a Giggio assieme alla medaglia di bronzo di S. Carlo che portava sempre seco il nostro buon Papa'. De' miei libri, tranne il Montaigne che darete ad Angelo, fate quello che credete meglio. Tutti quelli pero' che trattano di botanica assieme al mio erbaio li dono al mio Gregorio, che si ricordera' di me studiandovi qualche nuova erba. A Guido il mio portalancette d'argento che ora trovasi in mano di Casatti. E a lei, Mamma? Io non ho che bene da offrirle, tutto il mio cuore e' pieno di lei, in questi momenti come in quelli passati alla Mainolda io sono tutto per lei.


Ritorno a casa



author: giovanni pasetti