Il Duca di Atene

Sesto

La speranza di Andrea viaggiava, cercando d'essere come una vela quando soffia il vento. Andrea era disteso a piedi nudi sul letto, contemplando il soffitto bianco, chiedendosi se era davvero bianco, o se era grigio, o forse azzurro.

Un'idea strana lo attirava. Se esisteva una possibilità di portare a compimento il progetto e risolvere definitivamente la sua ansia, questa possibilità era legata al patrimonio della zia.

Barbara era la persona da convincere, da coinvolgere, da rapire. Barbara e non il dirigente, né il capo del dirigente, né l'altro dirigente ancora. Nella grande azienda tutto dipendeva dal caso, che si materializzava in modo inatteso decidendo favori e punizioni. Era inutile risalire alla fonte del primo comando, assurdo continuare a stringere mani di uomini importanti.

Nel palazzo di Barbara invece la situazione appariva chiara. Una miliardaria si rinchiudeva nelle sue ossessioni, piangendo la morte del marito troppo amato. Lei si limitava a imbalsamare le cose che possedeva, trasformando il suo volto nella maschera di una freddezza eterna. Tentare di infrangere questa maschera sembrava un'azione temeraria, e il rischio non sfuggiva all'intelligenza di Andrea.

"Affidare alle decisioni di una donna qualcosa che io voglio davvero sarebbe solo una pazzia. Non sarei mai sicuro di quello che accade, non troverei mai un punto di appoggio. Sarei costretto a entrare nell'universo di una mente quasi perduta, nella camera blindata dove sta nascosto il tesoro. Lei dovrebbe in qualche modo innamorarsi di me, anche se il pericolo è enorme. No, io sogno. Evidentemente ci sarà qualcuno nella sua vita, forse un semplice affetto. Chissà. E se non ci fosse nessuno? Se veramente Barbara si è dedicata a conservare un ricordo, a collezionare impressioni morte?"

Andrea non pensava esattamente così, non pensava con i punti e le virgole. Tutto era più confuso e fulmineo: le immagini prevalevano sulle parole, nascendo in serie indistinta dalle stesse acque dove veleggiava la sua speranza. Andrea cercava qualcosa di sconosciuto che desse forza al corpo, un dettaglio anche spaventoso e terribile che si animasse all'improvviso dentro il suo cuore.

Così, in parallelo rispetto agli altri pensieri, vedeva già istinti bellicosi che si materializzavano, formando lunghi serpenti immobili. Associava al serpente la lentezza delle spire e il movimento sinuoso di un animale che esce, freddo, con tempismo meccanico ed esatto, dal nascondiglio nell'erba. Immagini di tentazioni, inoltre: quel mostro aveva il potere di separare i timori dalla loro radice, donando agli occhi la facoltà di riconoscere il turbamento negli occhi altrui. Potenza dell'assoluto, dominio del necessario che soffoca il possibile, saggezza forse, ma una saggezza ambiziosa.

Andrea non voleva ancora accettare tutto questo, e proseguiva a ragionare, affaticando la sua capacità di riflessione.

"Un incontro diretto non mi porterebbe a nulla, non sarei capace di avvicinare Barbara tanto da convincerla a proteggermi. Meglio tentare una strada diversa. Affidare un lavoro al figlio, portarlo con me in viaggio."

Andrea, anni prima, aveva organizzato in modo molto estemporaneo un corso di storia del cinema. In quell'occasione aveva conosciuto Cesare, che gli si era subito presentato manifestando interesse per l'argomento delle lezioni e per chi le stava svolgendo. Cesare, evanescente, non poteva certo diventare suo amico. Si erano comunque rivisti, dimostrando una leggera simpatia occasionata forse dalla loro lontana parentela.

"Gli prometterò un posto di assistente, il ruolo che ha sempre sognato. Lo solleverò dalla noia e dall'inattività. Darò a Barbara un attimo di speranza."

Ma era lui, solo lui, a cercare la speranza. Per questo voleva denaro da una donna, anche se delle donne diffidava. Badava a non cadere mai nelle trappole dell'amore. Eppure era sedotto da uno sguardo indolente, e le sue idee migliori nascevano parlando con le ragazze che corteggiava.

"Le donne non sono capaci di dominare i loro impulsi. Hanno pensieri strani, che sembrano privi di forma. Ma è molto facile desiderarle quando siamo depressi, quando vogliamo un riscontro morbido, una medicina. Ci si innamora fingendo di aver trovato la soluzione, ci si innamora sempre così. Ed ecco i problemi, le questioni eterne che tormentano tutti. Puoi salvarti solo se isoli l'amore dal resto. Se cerchi di collegarlo a qualcosa d'altro vuol dire che è finita, inevitabilmente."

Barbara era una meta e una minaccia. Andrea non poteva dedicare il suo tempo a intrighi sentimentali e intanto progettare un programma dalla struttura efficace e adatta. Ma non sapeva dove cercare i soldi. Allora, pensò che le due avventure potevano scorrere l'una accanto all'altra senza toccarsi.

In quel momento una goccia della Coca Cola che stava sorseggiando gli cadde di bocca, macchiando la pelle del petto.

...

Andrea

Lettura consueta

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